È notizia dell’ultim’ora: è stato avvistato un ufo che si aggira nei cantieri di tutta Italia. Non c’è da allarmarsi, il veicolo alieno è tutt’altro che minaccioso, anzi. Sembra essere mosso da buoni propositi volti ad aumentare la visibilità e la sicurezza in cantiere. In effetti quando lo si avvista è generalmente intento a illuminare le aree di lavoro.
Ok, vi starete chiedendo se siamo impazziti. No, tranquilli! Nella redazione di MC5.0-Macchine Cantieri è tutto sotto controllo. Ma visto come Tower Light ha battezzato una delle versioni della loro ultima torre faro, T3-Ufo appunto, abbiamo voluto iniziare questo incipit alla Orson Wells, un po’ in stile Guerra dei Mondi. In effetti crediamo di aver attirato la vostra attenzione su questo nuovo gioiellino dell’azienda di Villanova d’Ardenghi che aggiunge un asso in una “mano di gamma” già decisamente vincente. La nuova arrivata nella famiglia di torri faro si chiama Linktower T3, ed è disponibile in alcune varianti, tra cui la T3-Ufo o la versione ATEX. Ma andiamo con ordine e conosciamo innanzitutto la Linktower T3 nel dettaglio.
Una macchina, molteplici vantaggi
Cosa si cerca generalmente in una torre faro? Al primo posto la semplicità d’uso unita a una buona dose di praticità. In questo la Linktower T3 detta legge, grazie all’accurata progettazione che le ha regalato una serie di vantaggi tecnici di indiscusso valore. Tra questi annoveriamo di sicuro il nuovo argano ergonomico a doppia manovella che alleggerisce di molto la fatica necessaria a estendere il palo, complice anche l’aumento delle sezioni dei cavi di sollevamento (il diametro del primo cavo è stato aumentato di ben 6 mm!). Il palo è equipaggiato con una nuova protezione della parte superiore e porta nuovi proiettori a LED o ioduri metallici con driver e ballast incorporati.
Per la sicurezza sono state adottate nuove portiere che coprono l’accesso ai componenti interni, ora dotate di serrature, mentre un perno posto alla base del palo, da inserire una volta raggiunta l’altezza desiderata, ne evita la caduta accidentale. La nuova cofanatura non protegge solo le parti interne da danni accidentali o manomissioni di origine vandalica o anche solo accesso involontario ad opera, per esempio, di un bambino (evento che può accadere se la torre faro viene impiegata per illuminare un evento pubblico), ma anche il pannello di controllo tramite un apposito profilo di protezione che lo ripara anche dalle intemperie.
A questo si abbina anche la nuova cover di protezione per le prese. In materia di ergonomia ecco che arrivano i quattro nuovi stabilizzatori, non solo di facile utilizzo ma anche trattati ad hoc per offrire la massima resistenza alla corrosione. In fase di spostamento e trasporto della torre faro invece non si potrà non apprezzare il nuovo ruotino che facilita le manovre e permette di evitare di sollevare la struttura. Se la torre faro invece va posizionata su terreno sconnesso o in punti difficili da raggiungere viene in soccorso l’apposito trolley con maniglie estraibili, una vera manna per quando ci si deve muovere su superfici non piane. Completano il quadro dei plus dedicati alla mobilità della Linktower T3 il gancio centrale pensato per sollevare la torre faro mediante gru e gli appositi passaggi per le forche dei carrelli elevatori, ora aumentati dimensionalmente a 180 x 60 mm.
Un uso seriale
Uno dei principali aspetti operativi della nuova Linktower T3 è la molteplice possibilità di alimentazione: questa torre faro infatti può essere connessa direttamente a una rete elettrica o a un generatore ovviamente, ma può anche essere alimentata da una seconda torre faro.
E giusto per non farsi mancare niente, le T3 possono essere alimentate in serie: una sola fonte di energia, tante torri faro alimentate, con un conseguente risparmio sia nella logistica di posizionamento della rete di alimentazione, che di energia necessaria per il funzionamento.
L’area illuminabile con una sola T3 varia da 2.100 a 2.300 metri quadri a seconda del tipo di proiettori che vi si montano, mentre è possibile unire in rete fino a cinque Linktower T3 con fari a LED (quattro se si usano proiettori a ioduri metallici). Infine, la chicca: il nuovo pannello di controllo non solo è completamente protetto contro danni accidentali, ma è anche facilmente collegabile ed estraibile grazie all’apposito connettore.
Cosa manca?
Come optional la Linktower T3 può essere equipaggiata con sensore crepuscolare e timer astronomico digitale in grado di regolare in automatico l’accensione e lo spegnimento.
E l’ufo?
Vi starete domandando dov’è finito, nel frattempo, l’ufo di cui abbiamo parlato all’inizio. Ebbene, si tratta di una versione disponibile della T3 che si differenzia dal modello standard per il tipo di proiettore che monta. Nel caso della T3-Ufo, infatti, l’elemento illuminante è rappresentato da un proiettore LED a disco da 400 W che eroga una luminosità di 50.000 Lm.
Tra i plus di questo particolare proiettore vi è innanzitutto l’illuminazione a 360° e la possibilità di regolazione, sia della posizione (la testa si piega di 60°), che dell’intensità luminosa (da 1% a 100%). Inoltre il guscio esterno è in policarbonato resistente a urti e colpi. Manutenzione ridotta a zero grazie al tipo di dissipazione del calore adottato da questi particolari proiettori: all’interno infatti è presente un elemento in alluminio che funge da dissipatore, rendendo superfluo qualunque altro tipo di raffreddamento e ogni operazione di manutenzione.