Continua la tendenza negativa del mercato dei veicoli industriali:
aprile a -7,9 percento.
Servono quindi prospettive di sostegno strutturale immediato per il
settore. Infatti, secondo le stime elaborate dal Centro Studi e
Statistiche dell’UNRAE sulla base dei dati di immatricolazione forniti
dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si registra un segno
negativo nelle immatricolazioni dei veicoli industriali con massa totale
a terra superiore alle 3,5 t anche in aprile 2019, che segna un calo di
-7,9% rispetto allo stesso mese del 2018 (2.490 unità immatricolate
contro 2.705).
Allo stesso tempo scende a -9,2% il primo quadrimestre 2019 rispetto
allo stesso periodo del 2018 (8.516 immatricolazioni contro 9.381).
Stime particolarmente negative si hanno per il comparto dei veicoli
pesanti, con massa uguale o superiore a 16 t, che ha fatto registrare
nel mese di aprile una perdita dell’11,2% rispetto allo stesso mese del
2018, che evidenziò un incremento del 43,6% (2.060 unità immatricolate
contro 2.321) e archivia il primo quadrimestre 2019 a -10,2% (7.051
unità contro 7.848).
Ovvio che, di fronte a numeri di questo tipo e a un sostanziale
immobilismo, il commento di Franco Fenoglio, Presidente della Sezione
Veicoli Industriali di UNRAE, l’Associazione delle Case estere, non
possa che essere negativo. Lo riportiamo integralmente.
“Mentre il mercato è in flessione continua ormai dagli ultimi mesi dello
scorso anno, siamo a maggio inoltrato e ancora non si hanno segnali di
attività ministeriale per l’implementazione degli atti normativi
necessari ad avviare la fase di finanziamento degli investimenti per il
2019, mentre quella per il 2018 si è chiusa nell’aprile scorso. L’unica
notizia in merito arrivata negli ultimi giorni ci dice che la parte di
fondo dedicata all’autotrasporto destinata agli investimenti è stata
diminuita rispetto alle previsioni iniziali e portata a 25 milioni.
Dunque meno risorse e discontinuità nella loro gestione. Non c’è da
stupirsi se le imprese mostrano segni di crescente sfiducia e rinvio
degli investimenti. Del resto, la proposta di destinare 50 milioni
l’anno per il 2019-2020 per finanziare l’acquisto di veicoli nuovi
contro rottamazione dell’usato, non ha avuto finora un riscontro
concreto con la formulazione degli atti normativi necessario al
reperimento e alla destinazione dei fondi.
Ci troviamo dunque ancora una volta di fronte a decisioni di carattere
finanziario che cercano di tamponare le falle prodotte da una mancanza
fisiologica di strategia politica per il settore, invece di cambiare
rotta e sostenerne con decisione lo sviluppo, ricercando e promuovendo
misure che possano garantire anche la sostenibilità del lavoro per tutte
le imprese di trasporto con le loro caratteristiche specifiche.
Il mondo dell’autotrasporto è complesso ed articolato, soprattutto nel
nostro Paese, e varrebbe forse la pena di cercare soluzioni alternative
unitarie ai suoi endemici problemi, partendo per esempio dalle realtà
produttive e dalle modalità che queste adottano per raggiungere i mercati.
E’ possibile che un esame della composizione del parco circolante che
evidenzi la relazione tra le diverse categorie di massa, le classi di
inquinamento e l’anzianità dei mezzi con la destinazione dei medesimi al
trasporto in conto terzi o in conto proprio, restituisca esiti sui quali
lavorare per impostare una politica di premialità mirata, che
contribuirebbe in modo non indifferente a ripulire il parco, promuovendo
inoltre il lavoro di tutte le imprese di autotrasporto, quale che sia la
loro dimensione.
Intanto il parco circolante continua ad invecchiare e le prospettive di
indirizzarlo verso un rinnovamento sostenibile si allontanano. Siamo in
attesa di conoscere i contenuti degli atti normativi che dovrebbero
attuare la concessione alle imprese private della revisione dei veicoli
industriali e ci auguriamo che non venga persa almeno questa importante
occasione per introdurre con essa un sistema di verifiche più severo a
seconda dell’anzianità dei veicoli sottoposti ad indagine periodica,
tale da incentivare seriamente il rapido rinnovo di quelli più vecchi e
in peggiori condizioni”.
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