
Alcuni dettagli tecnici
1) TORRETTA: Il layout della torretta è stato concepito con il serbatoio del gasolio subito dietro la cabina, richiamando una consuetudine di molti anni fa.
2) CARRO: Il carro del Kobelco SK240SN-10 si caratterizza per un’impostazione Heavy Duty che favorisce l’equilibrio complessivo dell’escavatore.
3) MOTORE: Il motore è un Hino a 4 cilindri da 5.123 cc che sviluppa una potenza di 124 kW@2.000 giri/min per una coppia di 660 Nm@1.600 giri/min. La conformità allo Stage IV è ottenuta con EGR + DPF e SCR integrati.
4) VANO RADIATORI: Il vano radiatori si presenta in modo ordinato ed efficiente, con una corretta disposizione degli elementi raffreddanti. Apprezzabile lo spazio sotto il filtro dell’aria.
5) BRACCIO: Il Kobelco SK240SN-10 visto nel cantiere di Conegliano Veneto era allestito con braccio a triplice articolazione che aumenta la polivalenza e la capacità di movimento nei cantieri con spazi ristretti.
Diciamolo chiaro: il nostro Codice della Strada ha delle forti limitazioni nel trasporto delle macchine operatrici. Indicando una larghezza di 2,55 m, i costruttori devono adeguarsi, soprattutto per i modelli con un peso che va dalle 20 alle 25 t circa, pena l’essere esclusi dal mercato, importantissimo, di queste macchine.
Le trasformazioni di modelli esistenti, che oltre confine sono proposti senza problema con carri che vanno da 2,80 m a 3 m, non è sempre facile. E in molti inciampano in questa limitazione, tipica del mercato italiano, a causa di una superficialità progettuale non proprio giustificabile.
Non basta, infatti, stringere semplicemente il carro per rispondere alle normative, adeguandone la larghezza a quella della torretta, senza considerare l’equilibrio complessivo della macchina che è un insieme dinamico e delicato composto da molteplici fattori. Fra cui, nei modelli a carro stretto, il posizionamento del braccio rispetto alla longitudinale del carro, e tutti quegli elementi fondamentali per garantire stabilità.
PESO IN BASSO
Nel caso del Kobelco SK240SN-10 la sigla SN sta per “Super Narrow”, quindi “Super Stretto”. Questo perché la macchina, partendo da una larghezza standard di 3 m, è stata sottoposta a una vigorosa cura restringente.
L’equilibrio è stato ottenuto in modo semplice ma efficace: concentrando il peso in basso, in un carro realmente HD, che fa la differenza. Senza trascurare il contrappeso a densità maggiorata, che permette di usare in modo efficiente un’idraulica fra le più “semplicemente evolute” del mercato.
CARRO – IMPIEGHI GRAVOSI

Il carro del Kobelco SK240SN-10 è stato pensato per affrontare impieghi gravosi.
L’attenzione per i dettagli dedicata dal costruttore giapponese spazia dalle catenarie maggiorate, passa per le sezioni dei longheroni con lamiere maggiorate, continua con i rinforzi sui carter di protezione dei motori di traslazione e finisce con i rulli inferiori e i guida cingoli heavy-duty.
La difficoltà nel realizzare un escavatore equilibrato con il carro in sagoma partendo da una macchina con carro più largo di 50 cm è molto più elevata di quel che non si pensi. Occorre realizzare una struttura sottostante che sia in grado di ottimizzare il baricentro e al contempo di fornire quella robustezza necessaria per affrontare lavori impegnativi. I progettisti di Kobelco hanno svolto un lavoro in cui sono stati tenuti in considerazione dettagli che possono sembrare poco importanti ma che, sommati fra loro, fanno la differenza.
MOTORE HINO: GIAPPONE PER IL GIAPPONE

Il motore è un Hino a 4 cilindri da 5.123 cc che sviluppa 124 kW @ 2.000 giri/min (ISO 14396) per una coppia massima di 660 Nm @ 1.600 giri/min (ISO 14396).
Una soluzione affidabile e collaudata che si avvale dell’esperienza di Hino (divisione industriale di Toyota) nei motori a gasolio per macchine operatrici. La rispondenza allo Stage IV è ottenuta grazie a più tecnologie che lavorano in sinergia fra loro.
L’iniezione con sistema Common Rail ad alta pressione e la turbina VG (geometria variabile) servono per abbassare la quantità di PM (particolato). L’azione dell’EGR, grazie all’abbassamento delle temperature dell’aria immessa nei cilindri, contiene la formazione degli NOx (ossidi di azoto).
Il particolato e gli ossidi di azoto, che comunque si formano, sono ridotti dal modulo SCR con DOC che tratta di gas di scarico prima della loro emissione in atmosfera. Si tratta di una soluzione dove l’operatore non deve intervenire, se non con i rifornimenti di AdBlue, e che garantisce durata e affidabilità nel tempo.
MOTORE – RISPONDENZA ALLO STAGE IV


